martedì 30 novembre 1999


Giocatore o criceto?
Film o telefilm?
Luigi's Mansion o World Of Warcraft?




Siamo veramente cricetini nella scatola di Skinner?



Ci sono persone che si stupiscono ancora del lavoro che sta dietro ad un gioco, in particolare ad un videogioco. Pensano sia frutto del lavoro di "gioccatolai" e nerd che non sanno fare altro nella vita, invece ci sono designer, ci sono ingegneri, ci sono anche psicologhi e addetti al marketing.
L'articolo di David Wong, basandosi a sua volta su un articolo della Microsoft, analizza la complicata struttura dei giochi online e dei comportamenti che si possono osservare nei giocatori assidui (in maniera molto semplice, non abbiate paura. In inglese). In particolare si discute della fidelizzazione del giocatore, che viene spinto, attraverso vari meccanismi, a continuare a giocare allo stesso gioco ripetendo le stesse azioni. Vuoi per sfida, vuoi per collezionismo degli oggetti virtuali, vuoi per raggiungere livelli sempre più alti e tanto altro.
Con mio fratello discutevamo che un decennio fa a nessuno importava di quante ore venissero spese davanti ad un gioco. Si comprava "la scatola" e se poi si giocava 10 ore o 10 giorni non importava a nessuno. Oggi, in particolar modo con i giochi online con abbonamento, accade il contrario: ci si interessa al tempo. Più un soggetto è spinto a giocare, più ore passerà davanti al computer, magari a fare sempre la stessa azione



Click



Dall'altra parte, invece, ci sono i giochi "usa e getta", quei giochi in cui sei spinto a continuare per la loro immediatezza e per la loro rapidità. Una volta finito il gioco, soddisfatto del risultato e poco interessato a ripeterlo, sei pronto per dire "next", innescando così una serie infinita di acquisti per riempire il tuo tempo. 
La differenza che può esserci tra un film, che ha un intervallo di tempo ben definito, in cui si deve concludere tutta la storia, ed il telefilm, che teoricamente potrebbe durare in eterno, introducendo sempre nuovi personaggi, nuovi scenari, in cui tuttavia le situazioni possono essere sempre simili tra di loro, ma allo stesso tempo diverese appunto per le introduzioni che si fanno rispetto alla storia di base e di partenza (vedi Beautiful che non ce lo leviamo più dalle scatole! Ci rendiamo conto che quel telefilm ha la mia età?!?!?!).
Ciò che spesso interrompe questo meccanismo è essenzialmente la noia, la perdita di interesse e la ricerca di una novità (l'uomo è pur sempre un sistema dinamico e non statico): se ciò che trovi ti inchioderà alla sedia per un'altra interminabile sequenza di click è secondario, ma sarà qualcosa di diverso e avrai virtualmente un nuovo scopo. Allo stesso modo una serie televisiva tirata troppo per le lunghe, che non giunge mai al dunque, può stancare facilmente e portare a cambiare canale ed a cercare qualcosa di più stimolante.

Ci si chiede anche dove sia il divertimento di questi giochi, se veramente ci piaccia fare sempre la stessa cosa, o sia la nostra testardagine a comandare, in un vortice che poi porta all'ossessione.



Inserisco la monetina, abbasso la leva e spero nella combinazione vincente.
Prima o poi dovrà succedere anche  a me!



Ma l'uomo è furbo e bisogna considerare che spesso cerca scorciatoie per continuare la propria avventura o portarla a termine (quando non tenta di barare). Quante volte i giocatori online macrano per implementare le skills dei loro personaggi senza stare davanti al computer? Quante volte si cercano le soluzioni o comandi nascosti per avere un maggior punteggio? Pian piano ci si rende conto che c'è altro nella vita e quindi o si trova una soluzione che permetta il gioco e non comporti stare seduti e fare click oppure si rinuncia, ci si disintossica. Il videogioco una nuova droga? Beh, è vero che in alcuni casi può portate ad una vera e propria dipendenza, ma è sempre difficile definire in maniera precisa questa cosa, perchè il gioco non è un singolo fattore è un intero sistema che influenza ogni soggetto in maniera differente. Personalmente ho passato due anni (forse anche 4..) a giocare a Neopet su internet e le tracce sono visibili anche sul mio blog, poi è subentrata la noia; ho passato mesi dietro al mio Ciocco su Facebook con  Pet Society, poi è arrivata la frustazione perchè non avevo abbastanza soldi per comprare tutti gli items che volevo; ho passato settimane dietro a Farmville, lì ho capito subito che non potevo passare la giornata a calcolare le ore che ci volevano per le colture del mio orto, avere tempistiche ben precise per non far marcire il tutto, andare in paranoia perchè non avevo una connessione internet che mi facesse fare il raccolto -  avrei buttato 16ore di lavoro/attesa nel cesso!! Per il momento mi tengo alla larga dai giochi online. Ho gran parte dei miei amici che ci hanno messo un bel pò a disintossicarsi da Ultima Online: prima c'era solo Ultima, il macrare, il bestemmiare contro chi ti aveva killato, il discutere con gli amministratori che si dovevano inventare nuove regole appositamente per quelle teste di rapa dei miei amici (altro che sviluppatori, rinchiudevi loro in una stanza e ti smontavano il gioco), ecc. Quel gioco ha regalato momenti unici nella loro vita, nuove amicizie, divertimento e altro, ma ad un certo punto si sono ritrovati a non riuscire più a gestire le due cose insieme: la vita reale e quella virtuale. Ma sono argomenti che è meglio non toccare, ne verrebbe fuori un poema che non giungerebbe mai ad una reale conclusione.

Cmq, ci sono parecchi spunti di riflessione, vi consiglio una lettura, anche rapida, soprattutto del primo articolo.







Nessun commento: