martedì 30 novembre 1999



Devo dire che io alla comunicazione do molta importanza. Mi piace usare i programmi come Skype, FaceBook, MSN per tenermi in contatto con le persone, scambiare due chiacchere, fare gli auguri, condividere link di articoli di giornali o di sciocchezze, condividere la musica e conoscere nuovi artisti tramite gli altri, tenermi informata sui miei canali televisivi preferiti

[anche se raramente danno indicazioni sui programmi che interessano a me],

tenermi aggiornata sull'architettura, insomma un sacco di cose.


Vivo attaccata al computer per studio, portandomelo spesso dietro e spaccandomi una spalla; ma anche nel tempo libero è la mia risorsa prima di svago. A volte ne sono decisamente stanca e soprattutto in questo periodo cerco di stare fuori da casa, godermi le ultime giornate vagando per Milano, guardando oggetti che non comprerò

[sono sostanzialmente al verde come al mio solito, ma come diavolo potrei lavorare se architettura prende ogni goccia del mio sangue?!],

sfoglio libri nelle librerie e mi diverto a spulciare nei negozi dell'usato, sperando sempre di trovare quella edizione di "Alice nel paese delle Meraviglie" come dico io e come la voglio io

[cioè con entrambi i libri, testo originale e testo italiano, con belle illustrazioni, non solo quelle trite e ritrite dell'edizione originale. L'altro giorno me ne era capitata una tra le mani con delle illustrazioni particolari, ma stampate così male che si perdeva ogni gusto].

Scopro nuovi particolari della mia città, nuovi negozi, ne approfitto degli eventi gratuiti, come le serate del Rotary con alcuni musei gratuiti sino alle 22

[sono andata al Diocesano ed è stato una delusione: brutto l'allestimento, che non valorizzava minimamente le opere nè le parti belle dell'edificio; sono andata a Casa Valsecchi e ho scoperto un piccolo tesoro che non avrei mai immaginato a Milano, mi ha stupita molto e uno potrebbe perdersi nei particolari delle lavorazioni e degli oggetti esposti; infine, ho visitato il GAM - Galleria di Arte Moderna - e anche in questo caso è stata una piacevole scoperta: un palazzo molto bello - Villa Reale - e opere insolite, per stile e per soggetti].

Oppure prendo in mano un libro e comincio a leggere, recuperando il tempo non dedicato alla lettura durante il periodo di maggiore stress e maggiore impegno.


Viaggiare?
Si, anche quello.
Ho in programma un viaggio e spero di poterlo fare e che vada tutto bene. Sono felice e preoccupata allo stesso tempo. Significa molte cose per me.
In realtà una mia amica mi ha chiesto anche di andare a Londra con lei e poi magari ad Oxford da un'altra mia amica. Impegnativo, soprattutto per il fattore finanziario

[è sempre lui, oltre gli impegni con l'uni, a bloccarmi. Risparmio solo per viaggiare, il resto mi sembra meno necessario].

Uno può pensare prendi un lowcost e non ti lamentare. A parte che anche un lowcost può pesare sul buget mensile di una persona, soprattutto se studentella disoccupata, ma poi devi pensare al dormire, al mangiare, agli ingressi a musei o altro, alle spese extra che ci possono essere, al trasporto,.. insomma, uno non se la cava di certo con un biglietto a 9 e 50 euro in tasca e via andare.  Magari qualcuno sì, ma credo di non essere di quello stile.
Anzi, dovrei cominciare a preparare quello già in programma, soprattutto per l'architettura, che di solito nelle guide è un capitolo perso in partenza. A nessuno interessa l'architettura moderna, di solito la si accantona in 4 secondi dicendo magari sì c'è, ma alla fine perchè interessarsene?
Invece, ci sono soggetti come me che se ne interessano eccome. Quindi andrò alla mia fonte: la biblioteca di Architettura.
Uni, cara uni, sempre te nei miei pensieri.

 

A Milano la sera è il computer a tenermi compagnia. Sto davanti al monitor e navigo qua e là. Oppure chiacchero con qualcuno se ho fortuna. Oppure guardo il vuoto,caricando continuamente FB sperando in qualcosa di nuovo,forse aspettando un ciao da qualcuno che non c'è. Oppure mi sdraio sul divano e guardo la tv,cercando di spegnere il cervello e perdermi in parole e colori.
In Sicila non ho internet,se non quel poco che può fare questo cellulare,per tenermi connessa ad un mondo in vacanza. In Sicilia non ho il digitale,quindi mi lobotomizzo con i programmi di Mtv e qualche cartone. Potrei accendere il mio computer e guardare un film o qualche puntata di un anime, ma ho il rigetto al momento del mio Acer,anche perché mi ricorderebbe che devo produrre dei file per gli esami di settembre [nonostante oggi io sia stata bravissima e abbia fatto 10pagine del libro di restauro..un incubo in formato cartaceo su inutili sproloqui sulla stratigrafia..]. Quindi a farmi compagnia sono i rumori della strada,una famiglia di gatti del cassonetto qui vicino,la luna che qui illumina tutto come a Milano sarebbe impossibile,la radio dalla cucina,la tv dalla sala,il vento freddo [oddio,ma sono in Sicilia?]che entra dalla persiana e Bukowski. Quel vecchio ubriacone e il suo Shakespeare non l'ha mai fatto. Le lezioni per il nuovo millennio di Calvino invece le devo prendere a piccole dosi. Dopo un pò non riesco più a seguirlo..
Domani sarei dovuta andare al mare,ma è prevista una bella giornata di vento,quindi mi sa che sarà un'altra giornata di restauro. Volevo uscire,ma neppure questa sera riuscirò. La mia prima uscita è stata oggi per andare al mercato.Per me il martedì mattina è sacro,c'è il mercato e io lì vado. Mi piace molto. A Milano mi annoio,mentre qui mi piace andare a zig zag tra le bancarelle alimentari e tra quelle dei vestiti. Mi piace curiosare tra prodotti che al nord non troverei. Mi piace entrare dal panettiere e comprare il pane appena sfornato e adentare un calzone o un arancino. Mi piace osservare i venditori che si sbracciano e urlano per attirare clienti. Mi piace sentire la sensazione di aver concluso qualche buon affare,ma io non devo parlare o si può sentire l'accento straniero,quindi è solo mia madre a dire e chiedere. Mi piace tornare a casa,carica di sacchetti,sentire la stanchezza della mattinata. Mi piace vedere la tavola ingombra di verdure,frutta,formaggi,olive,dolci..Tutti sapori e profumi di cui posso godere solo in queste settimane. Mi piace anche la consapevolezza che per le sere a venire,se non ceno fuori casa,mentre passeggio per la piazza,con un panino di panelle o un calzone o un gelato in mano, mangerò verdura cotta,berrò il suo brodo,accompagnando il tutto con il pane tipico di qui.
Una sana disintossicazione.
Ad Alberobello ho comprato un bel cappello di paglia bianca. Aspetto la prima occasione per metterlo. Spero arrivi presto.
Giustamente come ogni anno appena prendo io la macchina iniziano i cantieri o gli acquazzoni.E quest'anno non ha fatto eccezione. Finché ha guidato mio padre strada a 3 o più corsie,asfalto nuovo e traffico leggero. Prendo io la macchina e iniziano i cantieri,la strada a 2 corsie e i tir che hanno fretta. Dopo tanti anni è strano fare una strada diversa dal solito,ma le dinamiche non cambiano mai.



Ebbene sì, ho fatto tornare il piccolo bonsai rosso. Non potevo cambiarlo! E' lui il segno distintivo di questo Blog.



Ora che torna il caldo da Milano me ne vo'.
Per i mari e per i monti me ne vo'.
Da nord a sud me ne vo'.

 



Oggi ho fatto razia in biblioteca di libri da leggere (anche se a dirla tutta ho più di 1400 pagine di Restauro da leggere. Che gli dei dell'Archtettura mi aiutino..). In questi giorni mi son detta: dopo un anno passato solo dietro all'uni nella settimana (4 giorni) prima della partenza mi leggerò quello che voglio!! Niente tomi di Restauro, niente appunti di Statica, niente di niente. In realtà Autocad è rimasto con me anche il questi giorni. Non si finisce mai, anche in vacanza il computer mi seguirà, ma non la connessione internet. Anzi stasera devo sistemare il computer e prepararlo per la partenza. Cancellare file che non mi serviranno, e mettere su quanche film, un pò di musica e vediamo che altro.
Recentemente per la musica mi sono affidata molto alla rete. Oltre a Youtube, ho ascoltato brani tramite siti di playlist. In particolare ve ne consiglio tre:



http://www.stereomood.com/




Scegli il tuo mood e lui tu dà la playlist. Brani conosciuti e sconosciuti. Di tanto in tanto cambiano, però di musica ne potete ascoltare parecchia.



http://8tracks.com/




Gli utenti caricano le proprie playlist, massimo 8 tracce, accompagnate da una immagine, da un titolo e una breve descrizione. Musica random assicurata e tante nuove scoperte! Praticamente c'è una nuova playlist ogni 2 minuti.



http://grooveshark.com/




Inserite il nome dell'artista che cercate e avrete tutte le tracce a vostra disposizione.

Avvertenza: da nessuno di questi siti si può scaricare musica.


Ok, adesso vado, oppure mia madre mi uccide!
 



Preparare, preparare, preparare!!
 



Buone vacanze!



 



Ultimo giorno in studio. Ultimo giorno prima della semi-vacanza. Ragionavamo ieri che pare di essere operai: ad Agosto si chiudono i cancelli dell'azienda e tutti in vacanza a fare le sabbiature. In realtà io in Sicilia dai parenti come ogni anno della mia vita (e devo dire che è una benedizione, perchè di queste 3 settimane lontana da Milano, dall'Uni, da Internet e da tutti mi servono sempre. Poi rivedo persone che non vedo da tanto, mangio cose squisite, mi godo un meritato riposo nel dolce semi-fancazzismo, rivedo il mare e la campagna..si, mi piace andare in Sicilia), gli altri un pò sparsi tra montagna, mare, America ed Europa. Quest'anno ho notato un incremento delle prenotazioni per la Spagna


 


Tipo: "Dove vai in vacanza"


Narese: "Beh, in Sicilia come sempre, poi magari pensavo..."


T: "Beeeeellissima la Siciliaaaa!!!! Io quest'anno vado in Spagna..."


 


..e poi scegliete tra Barcellona, Valencia, Madrid, Bilbao, Alicante, Formentera, Canarie, Maiorca e il gioco è fatto. Se avete altre proposte fatevi avanti. Anche mio cugino ci stava pensando


 


Cugino: "Andare a Barcellona con i bambini mi costa meno che scendere in Sicilia"


 


Direi che non mi pare difficile crederci. 


Io, l'unica stronza che forse avrebbe più motivo di tutti di andare, niente...Che esistenza che conduco a volte...



Tempo fa avevo guardato i voli per la Sicilia per un amico e mi è venuto un coccolone. E anche treno e nave non scherzano. Noi scendiamo in macchina (e anche un paio di gruppi di amici che hanno scelto la bella terra del sud come meta del loro viaggio hanno optato per la nostra scelta). E devo dire che secondo me rimane il viaggio migliore. 









1_ In Sicilia senza macchina non puoi muoverti


Oggettivamente: non puoi! Non esistono mezzi di trasporto pubblico decenti. Se ci sono pullman le fermate quasi sempre devi raggiungerle prima in macchina. Esempio dal mio paesello dovessi prendere un pullman per andare a Cantania o Palermo o altre città, o aspetto il pullman che passa una volta a settimana (e se va bene mi porta diretto a destinazione senza cambi) e la sua fermata è fuori paese (e con fuori paese intendo FUORI paese), oppure mi devo far portare a Caltanissetta o Enna o altro e sperare.


Un mio amico spagnolo è sceso in Sicilia ospite da un altro ragazzo a Pasqua. Non ha visto nulla. In 10 giorni non hanno potuto prendere la macchina, vuoi per pranzi e feste, vuoi perchè serviva agli altri membri della famiglia. Di conseguenza bloccati nel paesello.


Il treno in Sicilia è inesistente: Gela - Catania la vetturina la fa in 6 ore. In macchina ci vogliono poco più di 2 ore..


Insomma, se volete girare la Sicilia dovete trovare una macchina.









2_ Partendo da Milano ti attraversi tutta l'Italia.  


Lungo viaggio, stancante, che scorre tranquillo sino a Salerno e poi apriti cielo con la Salerno - Reggio Calabria. 


Quindi, meglio prendersi un intero giorno per quel tratto e almeno 1 o + giorni dedicarli alla scoperta del Bel Paese, con tappe strategiche per riposarsi e per visitare città e luoghi.


Devo dire che semplicemente il viaggio sull'A1 è un'esperienza. Percorri tutta l'Italia e incontri tutti i paesaggi e tutti i climi possibili. Tutti gli accenti e tutti i prodotti tipici e regionali dell'Autogrill. Però a questo giro noi viaggiamo dall'altra parte con qualche sosta. Un bel viaggio. Speriamo.
Poi arrivi al traghetto a Villa San Giovanni e, a meno di code chilometriche e attese di ore a Villa o a Messina (che giuro in tutta la mia vita, una vita che ogni anno scendo in Sicilia, non ho mai visto), ti imbarchi, imprecando contro l'annuale aumento del biglietto, salendo le rampe da montagnerusse su cui arrancano le macchine stracariche di bagagli e pensando che quest'anno non ce la farai, rimarrai lì, fermo a metà della salita con la frizione e i freni bruciati (scene viste e quasi vissute). Arrivi sul ponteauto e, dopo aver giocato un pò a tetris, scendi e corri su: ammiri il porto, le manovre dei treni per entrare nelle pance delle navi, entri nel bar e prendi subito un arancino (non che sia particolarmente buono, ma è una mia tradizione, fin da quando sono piccola, e quando si prendeva il traghetto la domenica e il bar era chiuso ci rimanevo male, come se mancasse un pezzo alla magia del viaggio). Torni sul ponte e guardi il mare, la nave che lascia il porto, la sua scia bianca e la fumata nera. Saluti una costa con un "Arrivederci" e poi saluti l'altra con "Sono Tornata!". Saluti la Madonnina di Messina e leggi il suo saluto: "Vos et ipsam civitatem benedicimus" e un pò pensi alla Madonnina che hai lasciato a Milano.


 


E poi giù verso verso la propria destinazione, sulle strade Siciliane, sperando che nessuno scorrimento veloce sia crollato nel mentre e tu debba fare il giro dell'oca o andare per strade statali quasi in disuso nella dorata campagna.


 


E buttando giù l'ultimo chupito di thè (perchè i bicchieri grandi in studio sono finiti e sono rimasti solo quelli da caffè), realizzando che quest'anno il traghetto lo prenderò di domenica, vi auguro buon viaggio, ovunque voi andiate.





 


Ci Credete?
sono così rincoglionita che ho scritto un post e invece che clickare su pubblica (un tasto azzurro grosso alla mia destra) ho clickato su Edita (una piccola scritta blu sempre alla mia destra, 5 cm sopra il tasto azzurro prima citato).

Stavo constatando del tempo trascorso. Della sessione di esami cominciata quanche capello bianco e qualche kg fa e conclusa da poco. Di come stia rinascendo da tale stress e scempio della mia persona. Di come abbia trascurato il mio Blog. Tanto trascurato che se guardo le date dei post passati mi viene un brivido. Tanto trascurato che non ho più neppure il mio template. Il mio albero rosso nipponico. Il mio albero dei pensieri, il mio colore, la mia terra. Niente. Puff! Giri le spalle e il mondo cambia senza aspettare.

Ma giusto che sia così. Nulla è per sempre. Escludendo i diamanti e il mutuo. 
Tante cose sono successe in questo periodo. Tante persone ho conosciuto. Tanti luoghi ho visitato. Avrei potuto raccontare tante cose, ma la mia vita si è ridotta a comunicazioni con i soli membri delle famiglie Autodesk e Adobe più qualche ospite di tanto in tanto. Università, casa, dormire. A volte neanche Casa. A volte neanche Dormire. La costante è sempre stata lei: l'università, il caro Politecnico.

Di fatti nella mia vita ne sono accaduti. Persone sono entrate ed uscite di scena. Cambiamenti nella mia persona ci sono stati. Cambiamenti anche nei miei affetti e nelle loro vite.
Raccontare tutto facendo un sunto. Noioso per chi scrive, noioso per chi legge ancora.


Un abbraccio a tutti. Mi manca questo blog. Mi manca questo piccolo angolo di blogsfera tutto mio.

A presto

 





 



Difficile vedere uno spaccato della politica italiana più eloquente di quello andato in onda nell'ultimo Ballarò. Da un lato un vecchio servitore dello Stato, nonchè giurista di alto profilo, Stefano Rodotà, che cercava di illustrare nel dettaglio la questione del legittimo impedimento, all'esame della Consulta. Dall'altro due giovani leader del centrodestra, Gelmini e Cota, insofferenti nei confronti di un puntiglio intellettuale non alla loro portata e soprattutto inconciliabile con la loro esigenza di semplificare, e ridurre ogni questione alla proficua banalità, "con Berlusconi - contro Berlusconi", ovvero, si capisce, "con al gente - contro la gente".



In particolare Gelmini (che è ministro dell'istruzione, vedete un pò...) pareva strutturalmente incapace di affrontare un'analisi anche sommaria dei fatti, e cioè del motivo stesso del contendere; continuava ad accusare di "antiberlusconismo" un Rodotà sempre più spossato, e incredulo di vedersi sgretolare davanti agli occhi non già le sue opinioni, quanto il campo stesso del dibattito. Rodotà incarna, agli occhi della nuova leva del potere italiano, piccolo-borghese e di destra, quanto di più detestabile: perché è un signore,perché è un intellettuale, perché è di sinistra. Nel vederlo soccombere (sia pure con infinita dignità), e soccombendo insieme a lui, ci siamo resi conto di quanto la sconfitta della cultura sia anche la sconfitta della realtà. E viceversa.



 



 



 



- L'AMACA di Michele Serra, Repubblica 14.01.2011 -


 




Oggi MIAMI ancora!

Terzo giorno del festival della musica italiana indipendente.
Se siete a Milano fate un salto.
Io come ogni anno sono lì, tra musica e bella gente a spillare birra e a divertirmi. 
Il MIAMI sono tre giorni da vivere!


 



Ancora quella canzone. Ancora il frammento di una canzone fantasma che torna.
Sono tornata a Milano, dopo 48 ore a Parma, e lei torna



"...Sottovoce, senza luce, piano piano, io ti parlo di questa città..."




Sembra incredibile, eppure non c'è traccia di questa canzone, non c'è traccia del ragazzo che la cantava guidando sotto la pioggia nel video. Tanti la ricordano, tanti la canticchiano, eppure nessuno sa dare una risposta, un suggerimento, un indizio che si avvicini alla verità. Un sogno collettivo? E' inspiegabile.



"...Sottovoce, senza luce, piano piano, io ti parlo di questa città..."




Ancora oggi mi capita di canticchiare questo pezzo (unico frammento nella mia memoria) quando nella notte milanese osservo le luci, le strade deserte, le poche persone in giro che tornano a casa a dormire. A volte sotto la pioggia sono come quel ragazzo, che guida e racconta sottovoce una storia di questa meravigliosa città.

Non per tutti Milano è così bella. Ho conosciuto una ragazza che è scappata da Milano a 14 anni. Non dalle persone, non dalla famiglia, bensì da Milano. A 14 anni ha avuto la forza di chiedere ai genitori di permetterle la fuga verso Firenze per studiare lì e poi a Parma per fare medicina.

Spesso la gente parla di Milano come una città mostruosa servendosi di frasi che neppure loro capiscono, parlando di cose che non conoscono e sensazioni che provano solo perchè influenzati dal pensiero comune e banale. Invece, sul davanzale di quella finestra di una casa al centro di Parma ci siamo ritrovate io e lei, due anime della stessa città: quella innamorata e quella ferita.

E' stato strano. Parlavamo delle stesse cose, con la stessa sensibilità, eppure le visioni erano totalmente diverse. E' strano pensare di essere innamorati di una città che affascina e ti regala mille sensazioni ad ogni respiro, ed è strano quando troviamo l'opposto, quando una persona parla come noi, ha il nostro stesso sguardo, il nostro stesso animo, ma tutto è il contrario.

Quella ragazza era milanese quanto lo sono io (e non parlo di alberi genealogici), ma abbiamo vissuto due città nella stessa città.


 



Ho immortalato un fotogramma di quel momento nel mio cuore,
perchè anche noi due siamo una storia di questa città
da raccontare di notte
sottovoce.


 


"Se mi vuoi bene il 23 Maggio regalami un libro"





Poichè non posso regalarvi fisicamente un libro lo farò virtualmente, con qualche consiglio e qualche recensione. Sono alcuni dei libri che ho letto negli ultimi mesi, spero possiate prenderne spunto

Studio Seltz  di Gianpaolo Corradini

Otto vite che si incontrano per puro caso. Otto storie con una costante comune: la gestione dello Studio Seltz. Non sono musicisti, non sono i ragazzi che ogni sera vanno a provare nello storico studio di Reggio Emilia, sono i suoi gestori. Otto ragazzi con tanti sogni e tanti casini, neppure amici tra di loro, a volte non si incontrano per mesi nonostante vivano e lavorino nello stesso posto. Ma per tutti prima o poi qualcosa cambia. Un libro che sa appassionare e conquistare. L'amore per la musica è condito dalla quotidianità in cui possiamo riconoscere noi e chi ci circonda

Napoli Nera - Cane rabbioso | Nazi Paradise di Angelo Petrella

Due storie brevi nella città di Napoli. Da una parte il bene, dall'altra il male? No, banale. Qui c'è solo il male, anche dietro alla divisa di un poliziotto, come in "Cane rabbioso"; anche dietro le apparenze da studente di "Nazi Paradise". 
Da una parte un poliziotto ormai senza speranze, corrotto e drogato. Dall'altra uno studente di informatica, travolto dalla curva e dai movimenti giovanili, che alla fine qualcosa di buono ha. 
Ma se invece che stare a destra, i protagonisti delle due storie fossero stati a sinistra, sarebbe cambiato qualcosa? Temo di no. 
Nonostante la punteggiatura di tanto in tanto troppo spezzata, un libro godibile e da consigliare.

L'ombra del vento di Carlos Luis Zafon

Il Cimitero dei Libri Dimenticati è un luogo difficile da scordare e bellissimo da immaginare. Un luogo che vorrei visitare. In cui depositerei un libro da salvare e ne adotterei un altro, per averne cura e proteggerlo da ogni pericolo. 
L'autore mi ha stupito con descrizioni vive, che si fanno sentire. Mi ha fatto camminare per Barcellona con i suoi protagonisti e mi ha fatto scoprire qualcosa in più di questa città magica che anche Ercole si fermò ad osservare stupito. 
Storie di generazioni, storie di amori, storie di guerra e storie di specchi. Difficile non essere conquistati.

Il gioco dell'angelo di Carlos Luis Zafon

Zafon conquista ancora con il suo stile, con i suoi amori disperati, con le sue descrizioni suggestive e vive. Scene che vedi davanti a te e che non si cancellano facilmente. 
Uno stile gotico che può infastidire e non piacere, ma che in un modo o nell'altro conquista. Un pò come i racconti di Martin, scrittore maledetto che si troverà a scrivere su commissione una "fiaba" per il mondo. Così semplice? No, quando puoi accorgerti che la tua vita non ti appartiene veramente, che nulla succede per caso e che il passato ritorna come una minaccia e come una rovina. 
Ritroviamo il Cimitero dei Libri Dimenticati, la Libreria Sempere e Figli, la Barcellona cupa e misteriosa che caratterizza i libri dell'autore.

Italia underground - AAVV

Storie diverse, che spesso hanno in comune una sola cosa: la vita di periferia. Storie di giovani, storie di vita quotidiana, storie in cui è possibile riconoscere conoscenti, amici, se stessi, scene famigliari.. Diversi narratori (più o meno noti) hanno risposto all'invito de "il manifesto" descrivendo la loro Italia underground o quella che si immaginano. Dai cantieri della Milano che cresce, ai centri sociali di Roma, passando anche dai cosmetici per schiarirsi la pelle, alle diverse voci di un dramma famigliare. L'Italia vera o idealizzata che si racconta attraverso la voce di 26 autori e dei loro personaggi.

Storie di politica sospetta di  Manuel Vázquez Montalbán

Ammetto di non conoscere affatto l'autore, quindi non so se questo sia il suo stile o meno, ma essendo questi racconti inediti, pubblicati dopo la morte dell'autore, posso stare tranquilla che non lo sia. 
I tre racconti sono belli e in alcune parti solo accennati, mentre altre sono più definite. In particolare ho apprezzato gli ultimi due. Ci sono vari elementi che mi colpiscono: le descrizioni dei piatti, il carattere dell'ispettore, il fatto che Montalban faccia bruciare un suo libro dal protagonista, che in tutte le storie ci siano anziani e si affrontino le tematiche della guerra civile in Spagna. Non posso giudicare l'autore da questi lavori, ma sicuramente mi hanno messo curiosità e cercherò di recuperare gli altri scritti.

Le Barcellone perdute di Pepe Carvalho di Alberto Cassani

Chi è appassionato di Montalban apprezzerà certamente questo libretto che attraverso i personaggi e le citazioni di uno degli scrittori spagnoli più apprezzati riesce a ricostruire la Barcellona più recente, quella più vicina ai Giochi Olimpici e che si prepara all'evento del Forum 2004. Un modo diverso per conoscere questa città piena di mistero e di sole; non turistico, ma fortemente critico e nostalgico.

Ad occhi Chiusi di Gianrico Carofiglio

La storia di un caso di stalking che si conclude tragicamente. 
Ma è interessante leggere tra le righe e guardare i vari rapporti uomo-donna che ci vengono mostrati: l'amicizia, l'amore, la convivenza, il matrimonio, l'abuso, ecc. 
Un libro che lascia il segno, che si lascia leggere nonostante il taglio più possibile giuridico. Un fatto di cronaca dei nostri giorni, ma cosa c'è dietro? Quali possono essere i suoi protagonisti?

Vaniglia e cioccolato di Sveva Casati Modignani

Abbandonare chi hai amato e chi ti sta vicino a volte può servire a qualcosa? Nel caso di Pepe l'inizio non è dei migliori, rabbia e confusione nella sua testa, dopo tante umiliazioni e delusioni da parte di suo marito Andrea, che non è in grado di dimostrarle il suo amore, che la dà per scontato e non riesce più a capirla. A questo punto la fuga è l'unica via di uscita da un matrimonio disastroso e da tre figli segnati dall'unione di due opposti. 
Vaniglia e cioccolato: due gusti diversi, che però insieme legano benissimo.



Buona lettura. E se volete bene a qualcuno non regalate un libro solo una volta all'anno.

 

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E' l'una di notte e tutto va beneeee!!!
No, in verità sono le 2, ma è bello citare Robin Hood!
Cosa ci faccio in piedi a quest'ora della notte? Beh, chi mi conosce sa già la risposta: consegna! Yeah! Banale lo so. Speravate in qualche scoop, ma non posso accontentarvi. I'm sorry. Ho solo bisogno di un secondo di pausa per potermi schiarire le idee. Devo sistemare delle tavole, perchè domani si va in stampa e quindi devo finirle.
Sono le 2 a.m. e io sono qui a scrivere e penso che in pochi giorni ne sono successe di cose: incontri furtivi, tradimenti, ritorni dal passato, dichiarazioni improvvise, sospetti spasimanti, baci, due di picche, nuove conoscenze, giornate magnifiche, serate di baldoria, discussioni, gente che va e gente che viene, mangiate colossali, risate con gli amici, viaggi da organizzare, pomeriggi di studio e notti di lavoro. A volte mi fermo e mi domando: sono io che ho una vita particolarmente movimentata (anche se non sembra) oppure sono gli altri che non si accontentano e trovano tutto noioso?
No, seriamente. Basta anche sedersi davanti al Politecnico, mangiando patatine bianche e banane (tipico pranzo frugale di quando lavoro. I panini e le piadine sono troppo pesanti) e ce ne sono di cose da osservare, da ammirare, catturare e ricordare. Sarò io che sono strana, ma amo osservare e ascoltare. Credo che anche provando interesse per queste piccole cose e per le sensazione che ci danno (gradevoli o meno) si possa migliorare il nostro stato, limitando le lamentele sulla monotonia della vita. E poi piantiamola di dire che Milano è brutta! E' stata così brutta in queste giornate di sole? Fermatevi e alzate il naso, guardate l'azzurro del cielo terso sopra di voi e secondo me vi sentirete meglio.
Sto delirando? Probabile. Splinder sta anche aggiornando l'editor, quindi non so neanche se questo post verrà pubblicato.Torno ai miei schemi.

Buona notte


Buona Pasqua a Tutti!!!!!!!






Ieri a tavola ci siano domandati il perchè del Coniglio Pasquale. Da dove diavolo viene fuori il coniglio?
Veloce ricerca e questo è ciò che ho imparato. Il Coniglio Pasquale, conosciuto anche come Coniglio di Primavera, trae le sue origini da riti pagani mitteleuropei. Il coniglio è da sempre considerato uno degli animali più fertili e di conseguenza gli antichi lo adottarono come simbolo di fertilità. La riproduzione comincia solitamente in Primavera, stagione della rinascita, che va a coincidere anche con il periodo in cui cade la Pasqua. Le prime associazione tra il Coniglio e la Pasqua si ebbero in alcuni manoscritti tedeschi del XV secolo. Nel XVIII secolo vi furono i primi dolci a forma di Coniglio, sempre made in Germany, come augurio per la prosperità e l'abbondanza e furono degli emigranti olandesi e tedeschi a diffondere la tradizione del Coniglio Pasquale negli altri paesi, sopratutto di matrice anglosassone. Per avvicinare tale figura ai bambini si decise di creare un personaggio carino, che porta le uova di Pasqua (in origine uova sode colorate, poi si trasformarono in un dolce guscio di cioccolata) ai bambini buoni, ma dispettoso, perchè si diverte a nasconderle nel prato e i bambini le devono cercare.

Questo e tutto.

Passate una magnifica Pasquetta (lasciamo perdere il discorso incasinato su questo giorno. A volte ci divertiamo con poco).



 





 



A volte mi domando cosa spinga i ragazzi ad essere tanto volgari e tanto inadeguati. Si potrebbe scrivere un libro con "perle" regalateci da alcuni "maiali" con cui abbiamo a che fare noi ragazze. Basta sedersi intorno ad un tavolo, un thè, due e più amiche, e almeno un paio ne raccogli.



Il linguaggio non è esattamente raffinato, quindi me ne scuso subito. Scritto in bianco per censura (non si sa mai nella vita)..




es.
"Non avevi capito che volevo solo fotterti?"
"Se per caso le batterie del tuo vibratore fossero scariche potrei sostituirlo io. E questa è la cosa più romantica che posso dirti"
"Non possiamo stare insieme finchè non ti rasi la *** (potete immaginare quale parte del corpo)"
"Baci troppo e troppo in alto. Non potresti scendere?"
"Sono offeso che non ti scopi almeno tre ragazzi a settimana. Questo è puro egoismo da parte tua"
"Mi ecciti." - "..." - "Mi ecciti.. Non basta questo per scoparti?"
"Quando ti vedo non resisto e devo tirarmi una sega"
"Sei bella, ma non potresti mai essere la mia ragazza. Hai troppe amicizie maschili ed immagino sia perchè tu te le sia ripassate tutte"

"Sei buona solo come giocattolo. Per il resto non vali molto"
...

Nessuna delle frasi sopra citate fa parte di qualche barzelletta o sketch umoristico.
Sono tutte frasi pronunciate seriamente e con convinzione (nessuno ubriaco, nessuno drogato, nessuno con bernoccolo in testa post caduta dalle scale e neppure dette durante litigi o altro..).



Non riesco a capire.



Alcune affermano che sia colpa di alcune ragazze troppo facili; alcune dicono che sono i porno; altre che sono i ragazzi che non riescono proprio a crescere; altre danno la colpa ad un mondo maschilista che vede nell'uomo la parte dominante e nella donna la parte dominata (in tutti i sensi, in tutti i casi). Io seriamente spero non sia così. Per ora non sono stata fortunata e babbei, anche autori di frasi simili a quelle di sopra, ne ho trovati (in questi casi sorriso, neanche stretta di mano e "Ciao, ciao! Aufwiedersehen! Goodbye!". Sono una che sopporta, ma in alcuni casi è meglio fare un passo indietro e far finta di non aver mai neppure incontrato questi elementi). Rimango basita e penso che sia incredibile che nel XXI secolo ci siano ancora casi del genere. A volte ti capitano i casi paradossali di uomini che rimangono indignati davanti a queste oscenità, che si dichiarano imbarazzati per il proprio sesso, bla, bla e poi per vie traverse scopri che anche loro sono nella massa di imbecilli che hanno firmato queste frasi romantiche e degne di nota.


Che il romanticismo (e forse anche la buona educazione) sia morto, come il punk e il comunismo?




 


Giocatore o criceto?
Film o telefilm?
Luigi's Mansion o World Of Warcraft?




Siamo veramente cricetini nella scatola di Skinner?



Ci sono persone che si stupiscono ancora del lavoro che sta dietro ad un gioco, in particolare ad un videogioco. Pensano sia frutto del lavoro di "gioccatolai" e nerd che non sanno fare altro nella vita, invece ci sono designer, ci sono ingegneri, ci sono anche psicologhi e addetti al marketing.
L'articolo di David Wong, basandosi a sua volta su un articolo della Microsoft, analizza la complicata struttura dei giochi online e dei comportamenti che si possono osservare nei giocatori assidui (in maniera molto semplice, non abbiate paura. In inglese). In particolare si discute della fidelizzazione del giocatore, che viene spinto, attraverso vari meccanismi, a continuare a giocare allo stesso gioco ripetendo le stesse azioni. Vuoi per sfida, vuoi per collezionismo degli oggetti virtuali, vuoi per raggiungere livelli sempre più alti e tanto altro.
Con mio fratello discutevamo che un decennio fa a nessuno importava di quante ore venissero spese davanti ad un gioco. Si comprava "la scatola" e se poi si giocava 10 ore o 10 giorni non importava a nessuno. Oggi, in particolar modo con i giochi online con abbonamento, accade il contrario: ci si interessa al tempo. Più un soggetto è spinto a giocare, più ore passerà davanti al computer, magari a fare sempre la stessa azione



Click



Dall'altra parte, invece, ci sono i giochi "usa e getta", quei giochi in cui sei spinto a continuare per la loro immediatezza e per la loro rapidità. Una volta finito il gioco, soddisfatto del risultato e poco interessato a ripeterlo, sei pronto per dire "next", innescando così una serie infinita di acquisti per riempire il tuo tempo. 
La differenza che può esserci tra un film, che ha un intervallo di tempo ben definito, in cui si deve concludere tutta la storia, ed il telefilm, che teoricamente potrebbe durare in eterno, introducendo sempre nuovi personaggi, nuovi scenari, in cui tuttavia le situazioni possono essere sempre simili tra di loro, ma allo stesso tempo diverese appunto per le introduzioni che si fanno rispetto alla storia di base e di partenza (vedi Beautiful che non ce lo leviamo più dalle scatole! Ci rendiamo conto che quel telefilm ha la mia età?!?!?!).
Ciò che spesso interrompe questo meccanismo è essenzialmente la noia, la perdita di interesse e la ricerca di una novità (l'uomo è pur sempre un sistema dinamico e non statico): se ciò che trovi ti inchioderà alla sedia per un'altra interminabile sequenza di click è secondario, ma sarà qualcosa di diverso e avrai virtualmente un nuovo scopo. Allo stesso modo una serie televisiva tirata troppo per le lunghe, che non giunge mai al dunque, può stancare facilmente e portare a cambiare canale ed a cercare qualcosa di più stimolante.

Ci si chiede anche dove sia il divertimento di questi giochi, se veramente ci piaccia fare sempre la stessa cosa, o sia la nostra testardagine a comandare, in un vortice che poi porta all'ossessione.



Inserisco la monetina, abbasso la leva e spero nella combinazione vincente.
Prima o poi dovrà succedere anche  a me!



Ma l'uomo è furbo e bisogna considerare che spesso cerca scorciatoie per continuare la propria avventura o portarla a termine (quando non tenta di barare). Quante volte i giocatori online macrano per implementare le skills dei loro personaggi senza stare davanti al computer? Quante volte si cercano le soluzioni o comandi nascosti per avere un maggior punteggio? Pian piano ci si rende conto che c'è altro nella vita e quindi o si trova una soluzione che permetta il gioco e non comporti stare seduti e fare click oppure si rinuncia, ci si disintossica. Il videogioco una nuova droga? Beh, è vero che in alcuni casi può portate ad una vera e propria dipendenza, ma è sempre difficile definire in maniera precisa questa cosa, perchè il gioco non è un singolo fattore è un intero sistema che influenza ogni soggetto in maniera differente. Personalmente ho passato due anni (forse anche 4..) a giocare a Neopet su internet e le tracce sono visibili anche sul mio blog, poi è subentrata la noia; ho passato mesi dietro al mio Ciocco su Facebook con  Pet Society, poi è arrivata la frustazione perchè non avevo abbastanza soldi per comprare tutti gli items che volevo; ho passato settimane dietro a Farmville, lì ho capito subito che non potevo passare la giornata a calcolare le ore che ci volevano per le colture del mio orto, avere tempistiche ben precise per non far marcire il tutto, andare in paranoia perchè non avevo una connessione internet che mi facesse fare il raccolto -  avrei buttato 16ore di lavoro/attesa nel cesso!! Per il momento mi tengo alla larga dai giochi online. Ho gran parte dei miei amici che ci hanno messo un bel pò a disintossicarsi da Ultima Online: prima c'era solo Ultima, il macrare, il bestemmiare contro chi ti aveva killato, il discutere con gli amministratori che si dovevano inventare nuove regole appositamente per quelle teste di rapa dei miei amici (altro che sviluppatori, rinchiudevi loro in una stanza e ti smontavano il gioco), ecc. Quel gioco ha regalato momenti unici nella loro vita, nuove amicizie, divertimento e altro, ma ad un certo punto si sono ritrovati a non riuscire più a gestire le due cose insieme: la vita reale e quella virtuale. Ma sono argomenti che è meglio non toccare, ne verrebbe fuori un poema che non giungerebbe mai ad una reale conclusione.

Cmq, ci sono parecchi spunti di riflessione, vi consiglio una lettura, anche rapida, soprattutto del primo articolo.









Lo specchio è una superficie piana lucida che permette la riflessione..di immagini, direbbe lo scienziato o il colto, ma forse, una volta tanto, potrebbe essere mezzo per un'altra riflessione. Un pò contorta, un pò delirante, non mi ritengo responsabile del fluire del mio pensiero. Potrei adottare uno stratagemma manzoniano e dire di aver trovato le parole in un manoscritto del '600, o per esser più moderna, in un qualche sperduto blog, ma risulterei poco credibile e verrei smascherata velocemente come il nostro scrittore.





Lo specchio è forse uno degli oggetti più amati ed odiati dalle donne. Quante volte controlliamo il nostro aspetto davanti ad una superficie riflettente? Quante volte aduliamo o critichiamo l'immagine che vediamo? Quante volte ci mettiamo lì davanti e ci perdiamo, rapite ed ipnotizzate da quel che vi è dentro?
Davanti ad uno specchio può avvenire di tutto: a volte lo si guarda di sfuggita, passandogli davanti distratti dall'intorno; altre volte cala il silenzio, si accendono le luci e inizia un monologo con se stessi. Siamo pubblico ed attore allo stesso tempo. Come va a finire la storia non lo sappiamo, quale sia la morale è ignota, ma siamo certi che la figura rifletta con noi: a volte ci ride in faccia, altre piange con noi, altre ancora sorride e in quel momento siamo grati e sereni davanti a quel gioco di luce.
Lo specchio sa essere un amico sincero, siamo noi che spesso non vogliamo ascoltarlo, che non siamo in grado si capire quel che ci dice riflettendo. Invece, dovremmo fermarci e ragionare come Alice: ella ammirava la stanza nello specchio e si chiedeva cosa ci fosse al di là di quell'immagine che non poteva dar per reale. Lo specchio mostrava ciò che aveva davanti, in ogni suo particolare. Nulla gli sfuggiva, ma tutto era diverso: i libri assomigliavano ai suoi, ma non erano i suoi; lei vedeva se stessa, ma non era lei.





Identifichiamo l'immagine dello specchio come altro, come estranea a noi, non corrispondente alla realtà. Invece, siamo proprio noi, incapaci tal volta di capire. Non possiamo urlargli che mente, non possiamo rimanere lì a guardare passivi un estraneo, sperando che l'immagine si modifichi da sola. Per cambiare lo specchio dobbiamo cambiare prima noi. Per ribaltare lo specchio, dobbiamo giocare al suo gioco. Lo specchio è uno degli elementi fondamentali della formazione dell'Io. Da bambini ci guardiamo riflessi e progressivamente prendiamo coscienza di noi, ci confrontiamo e ci conosciamo.
Ci sono persone che sono in grado di affrontare il proprio pubblico, senza timore di mostrare quello che sono e quello che pensano e si inchinano nel momento degli applausi soddisfatti del loro faccia a faccia con la realtà dello specchio. Ribaltano la loro immagine e ne leggono la verità nascosta. Altri si bloccano e temono il verdetto finale, si fermano a ciò che si vede prima: il buio della platea. Saranno le luci abbaglianti che non permettono di vedere nulla, o saranno le mani con cui si coprono gli occhi?
Forse bisogna sedersi un attimo e riflettere, porsi domande come Alice e attraversare lo specchio per scoprire cosa c'è al di là del suo velo scuro.

Voi riuscite a vedere cosa c'è dietro lo specchio?

Buona festa delle donne



Italia.
Il paese dell'arte.




"Oggi è domenica e il Pantheon chiude alle sei, il concerto finisce qui", annunciano il custode e l'impiegata. Mancavano quattro minuti alla fine dell'esibizione, "giusto l'ultimo movimento di Vivaldi", ma non c'è stato nulla da fare. I 500 spettatori seduti domenica scorsa ad ascoltare il quintetto russo Bach Consort sono stati letteralmente cacciati alla sala: luci spente e microfoni staccati. Il pubblico invita l'orchestra a continuare a suonare. E poi urla "vergogna, vergogna". "Avevamo organizzato il concerto per le 18 - racconta Simone Ferrari dell'associazione Iter - la richiesta della soprintendenza di anticiparlo è arrivata tardi. Abbiamo fatto di tutto per spostarlo, ma ci ha sopreso tanta fiscalità". Il video ci è stato segnalato da un nostro lettore




Il link porta anche al video dove si può osservare la buona educazione degli impiegati al Pantheon, noti appunto per essere sempre molto gentili.

Devo essere sincera e dire che avrei reagito male pure io. Va bene far rispettare le regole, ma un minimo di elasticità mentale e soprattutto buona educazione. Ci sono modi e modi per dire le cose.
Speriamo che il nostro paese non sia vittima di ulteriori figuracce, che già non se la passa bene..


 




Buongiorno a tutti. E' molto che non scrivo e me ne scuso. Il periodo di tesi è stato devastante nelle ultime due settimane, lasciandomi tanta gioia per la laurea e uno sfogo cutaneo sul corpo.
Che stress!!!
La cultura a volte ha un prezzo, in positivo ed in negativo.
Tra una settimana ricomincio le lezioni.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAh FINALMENTE!
Ok, tutti mi prendono per pazza quando dico che non aspetto altro, ma che volete! Sei mesi di inattività sono veramente pesanti e poi l'ambiente universitario a me piace, quindi non posso stargli troppo lontana. Infatti ho avuto uno shock quando mi hanno disattivato la matricola e la password e non potevo più accedere alla Biblioteca Centrale.
"Finchè non ti immatricoli nuovamente non hai più accesso a niente."
Shock
"A meno che tu non voglia pagare 5 euro per l'ingresso giornaliero"
Ti sembro scema? Aspetto.
Il Poli ti succhia fino all'ultima goccia di linfa vitale quando può.
La laurea è andata bene e sono soddisfatta. Sul desktop del mio portatile (proiettato a tutto schermo sul telo, per la presentazione in power point) c'erano un paio di file nominati "CAZZI E MAZZI", che spero solo il mio fratellino abbia notato.
E alla fine mi hanno fatto bere il caffè.
Il caffè.
Una tortura!
Era pessimo.
Bleah!
Ero così tesa che almeno ho evitato di crollare addormentata in mezzo al corridoio del Poli, che non è proprio il massimo.
Sono soddisfatta anche perchè il mio lavoro è piaciuto e mi sono veramente impegnata. Non portavo una tematica semplice e forse un pò troppo fuori dai canoni.
Verticalccccheeee???
Anche l'edizione è piaciuta e ne sono felice, poichè ho prima passato un'intera notte a reinserire tutte le immagini, perchè il file di InDesign ad un certo punto si è corrotto e quindi tutte le immagini in stampa venivano sgranate. Un incubo! me ne sono resa conto martedì pomeriggio e dovevo stampare mercoledì per poi fare rilegare.
Sempre sia lodato Adobe!
Nel mentre un paio di copisterie si sono beccate un virus da qualche simpaticone e tutti i computer sono saltati rendendo impossibile qualsiasi stampa. Non proprio il massimo in periodo di lauree. Infatti anche A, nella mia copisteria di fiducia, si è fatto una bella nottata a reinstallare tutto su tutti e 4 i computer.
Felicitààà! Adesso è tutto così semplicee!
Ho passato poi il mercoledì e il giovedì in copisteria a rilegare, perchè, essendo io una fiera sostenitrice del "complichiamoci la vita, se no non siamo felici", la mia tesi era fuori formato e con un paio di dettagli che A non era abituato a gestire. Quindi amichevolmente mi ha detto: "Te domani sei qua! Punto!". Prima di errori, o pesanti macumbe alle mie spalle, meglio eseguire gli ordini.
E' stato interessante, ho potuto ammirare il lavoro in copisteria, criticare in silenzio alcuni rompi palle che si presentavano, sentire chiacchere e pettegolezzi che a volte mi lasciavano senza parole, sbirciare il lavoro altrui, anche di persone che avevo mandato io alla copisteria, e sentendomi fiera del mio lavoro (va bene che siamo delle triennali e quindi non possiamo osare o avere pretese, ma certe cose non avevano nè capo nè coda) e osservare passo dopo passo la nascita della mia tesi.
Happy, shalalala. It's so nice to be happy, shlalala!
Saltellavo dalla felicità appena ho potuto avere tra le mani la mia tesi. Siii! Che bella! E per fortuna A me l'ha consegnata appena finita ("Fuori dai cogli**"), perchè venerdì c'è stato un acquazzone terribile e non ho invidiato chi si è portato a casa i volumi della tesi sotto la pioggia.
Si aspettava la pioggia anche il giorno della laurea, ma almeno questo lo abbiamo evitato). Dovete sapere che al Poli, in particolare ad Architettura, il giorno della laurea è un incognita: non si sa nulla. Non si sa chi c'è o non c'è; non si sa quando inizia, nè quando si finisce; non si sa più o meno in che posizione sei e quindi ipotizzare un orario per amici e parenti. Nulla! Io ho avuto un infarto quando alle 9 del mattino ho visto il mio nome primo nella lista della commissione. Prima..HELP! Un pezzo di legno. Ma alla fine è andata bene (così mi hanno detto, io ero poco cosciente in quel momento). E per fortuna ci sono stati poi i problemi tecnici dei miei amici a distrarmi (es."Hai un Mac? Ti presenti con un Mac e pretendi di attaccarlo al proietore senza adattatore?") e a farmi passare l'intera giornata fino alla proclamazione (alle 5:30. Siamo stati fortunati: c'erano persone che ancora erano in alto mare con le discussioni e avranno finito alle 8).
La giornata si è conclusa poi con i festeggiamenti. Un bramato thè a casa. Una cena squisita con i miei parenti e poi, festa con i miei amici (che mi hanno criticata per le mie due ore di ritardo. ù__ù...).
Una bella giornata con i suoi pro e i suoi contro.
Per chi se l'è persa appuntamento alla prossima.
Kiss

 

 
Tesi in stampa.
Si apre un nuovo capitolo della mia settimana-odissea





Sono ancora viva, ma sono distrutta. InDesign mi ha regalato una 48 ore di thè ed immagini da re-impaginare, più le correzioni dell'ultimo minuto.
149 pagine: vedendo le tesi di altri miei compagni mi sento una enciclopedia (già qualcuno mi ha chiamata Wikipedia..).

Stasera seguo il consiglio della mia co-relatrice e vado a letto.
Buona notte a tutti!




 

Una storia dei nostri anni. 

I'm Lovin' It

Il sociologo francese Paul Aries lo spiegò nel libro “I figli di McDonald's” , pubblicato prima ancora che il leader dei contadini no global francesi, Josè Bovè, attaccasse il McDonald's di Millau: l'hamburger non è un cibo americano per adolescenti, rappresenta il primo alimento senza cultura e senza età, infatti “la sua cucina non è nazionale e neppure internazionale, ma cosmopolita e si basa sulla negazione di tutte le culture culinarie preesistenti”.
La catena di fast food più grande del mondo ebbe origine da un piccolo ristorante di San Bernardino, sulla mitica Route 66, di proprietà dei due fratelli McDonald's, e dall'intraprendenza di un venditore di frullatori elettrici, Ray Kroc, che nel 1955 divenne agente licenziatario di quel modello di locale e incominciò ad aprirne altri in tutto e per tutto uguali, negli Stati Uniti e nel mondo, con il metodo franchising. Il primo esercizio aprì a Des Plaines, nell'Illinois, il 15 aprile 1955 con il nome McDonald's Speedee Service System: “il suo obiettivo era di servire un pasto completo in meno di un minuto”. Dopo mezzo secolo, sono 29000 i McDonald's in tutto il mondo, di cui 13000 negli Stati Uniti, con un milione e mezzo di dipendenti, che servono 43 milioni di clienti ogni giorno (dati dal sito www.mcdonalds.it).
Con il fast food di Ray Kroc (che nel 1961 rilevò le quote dei fratelli McDonald e acquisì anche l'utilizzo del nome) arriva nell'alimentazione un concetto che prima non esisteva, lo standard, che trae la sua origine dall'industria e non dalla preparazione millenaria dei cibi. In questo modo si asseconda anche un'altra tendenza, quella di un “palato globale”, come lo definisce il sociologo italiano Vanni Codeluppi nel suo saggio “Il potere della marca”, dedicato al marketing aziendale: un gusto unificato a livello mondiale che prima non esisteva. “La struttura binaria (dolce_/salato, crudo/cotto, duro/molle, ecc.) sulla quale si è sempre basata la nostra tradizionale struttura del gusto […] tende sempre più a unificarsi in un'unica sintesi che accontenta tutti i palati”.
Il primo McDonald's italiano (oggi sono 330, sempre meno dei 1000 tedeschi, 880 inglesi e dei 790 francesi) aprì un po' in sordina a Bolzano il 15 ottobre 1985 e chiuse nel 1999 per problemi di affitto. Ma il secondo, a Roma, presentato come il più grande del mondo con i suoi 1200 metri quadri, suscitò polemiche e aspre reazioni tra gli intellettuali italiani, preoccupati più per lo sfregio che la grande “M” avrebbe prodotto sulla facciata di un antico palazzo di piazza di Spagna che per la qualità delle vivande servite. Nel giorno dell'inaugurazione, 20 marzo 1986, passarono dal bancone lungo 30 metri almeno 20000 “paninari”, tra finti mosaici d'epoca romana, cascatelle e sedili in paglia. Scriveva Gianni Riotta sul settimanale l'Espresso (13 aprile 1986), in un articolo dagli Stati Uniti sulla metamorfosi delle città americane dopo l'avvento dei fast food e degli shopping mall: “Gli architetti Paolo Portoghesi e Costantino Trombadori gridano allo scandalo. 'E' una bomba per il centro della città' ha scritto Paolo Portoghesi. L'ex parlamentare comunista Antonello Trombadori ha chiesto che McDonald's sia trasferito altrove, mentre il sociologo Franco Ferrarotti ha messo in guardia da questa ulteriore colonizzazione made in USA”. Aggiungeva il critico Bruno Zevi: “Piazza di Spagna diventerà un immondezzaio qualificato da un vomitevole odore di fritto? Lo scandalo va attribuito alle autorità responsabili dello sfascio di Roma”. L'urbanista concludeva che “la colpa non va ascritta alla catena McDonald's ma alle amministrazioni capitoline” che non avevano saputo creare un piano regolatore adeguato. L'avvento del fast food fu un fatto rilevante, in Italia e in particolare a Roma, dove quel grande locale in piazza di Spagna non poteva passare inosservato. Il Comune esaminò la questione, ma fu il sindaco democristiano di allora, Nicola Signorello, a impedirne la chiusura, imponendo semplicemente di non mettere la grande “M” gialla sulla facciata.
Ma non era soltanto una questione urbanistica. Il fast food coinvolgeva abitudini e costumi, come aveva già intuito la televisione commerciale italiana lanciando Drive In di Antonio Ricci con Enzo Braschi nelle vesti del “paninaro”: fu il programma più innovativo delle reti Fininvest, non a caso legato alla cultura americana del cibo veloce e del cinema da guardare in auto. 


- Slow Food Revolution by Carlo Petrini -


 

 




Buongiorno signora. Sono Paolo e sono un volontario della zona. Sono qui per un sondaggio bibbblico e volevo chiederle cosa ne pensa. Anche di quello che è successo in questi giorni che era già stato profettizzato dalla Bibbia in Matteo 24, 7...


Ho semplicemente interrotto dicendo che non avevo tempo. Tutto questo al citofono.

Per la cronaca Matteo 24, 7 dice:

Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi;


Se avessero detto una cosa del genere quando c'è stato il terremoto all'Aquila?

Buonagiornata







 



La cucina ha deciso di complottare alle mie spalle!
Oggi volevo fare i biscotti. A causa del mal di testa sto bevendo un sacco di thè ed accompagnare i miei bei tazzoni con un paio di biscottini fatti in casa non è una brutta cosa. 
Poi una settimana fa ho comprato un panetto di burro apposta, inoltre mia madre mi ha detto che devo fare fuori lo strutto. Insomma: DEVO FARE I BISCOTTI!

La cucina ha complottato contro di me. In particolare lo zucchero. Finito.
Ho pensato: impossibile. Lo zucchero finisce solo nei film americani e lo vai a chiedere al vicino per ficcare il naso in casa sua o per provarci. Lo zucchero non finisce alle persone normali, c'è sempre zucchero in casa. E invece sacchetto vuoto. Ero scioccata. Ho cominciato ad aprire sportelli nel disperato tentativo di trovare un pacchetto di scorta. Finito. Mi è venuta in mente Eugenie Grandet di Balzac, l'ossessione per lo zucchero che caratterizza l'avarizia del padre per tutto il libro, uomo che viveva in un mondo tutto suo di risparmio, e considerava lo zucchero ancora una merce di grande valore e costo, da usare con assoluta parsimonia. Lei, che sfidò il dominio del padre con lo zucchero. Finito. 


Fuori: piove.



Ora devo scegliere: aspettare le 4, vestirmi e comprarlo, e piove, ma devo pure passare dalla biblioteca quindi potrebbe anche essere una soluzione. O prepararmi un thè per rilassarmi, o forse incazzarmi perchè non ho i biscotti. O trovare una ricetta di biscotti senza zucchero...impossibile, non avrei comunque l'ingrediente per sostituirlo. Invece casa mia abbonda di zucchero a velo! Che noi odiamo. Infatti sono tutte le bustine che togli dai dolci preconfezionati e sbatti in un angolo dell'armadietto, aspettando di usarlo in altro modo per creme o per le frittelle, o per il pan dei morti, o per chi ce lo chiede sopra i dolci.

Oggi, 14 Gennaio 2010, lo zucchero ha complottato contro di me e il mio equilibrio psichico. Finendo.





 



Mamma che mal di testa!
Grazie alle influenze negative di panapp, che mi spinge a curiosare su siti dove una brava ragazza come me non dovrebbe andare (panapp sentiti in colpa!), ho aggiunto in un giorno 157 libri alla mia libreria su aNobii.com. E mica è finita, siamo ben lontani da mettere almeno la metà dei libri che ho letto nella mia vita. Impossibile recuperarli tutti dalla mia memoria. Verranno aggiunti titoli recenti, e quei libri che per la loro bellezza o bruttezza hanno lasciato un segno nella mia testa. E tutto questo piano piano, se no dò di matto.

Devo essere sincera alla fine questo sito mi piace, leggo tanto e mi interessa tenere dei riferimenti di ciò che leggo e avere qualche suggerimento per nuove letture (poi si vedono anche le copertine. Io sono una di quelle persone che prende ispirazione anche dalle copertine oltre che dal titolo. Ricordo ancora il monito sopra alla porta del mercatino del libro alle elementari:"Non si giudica un libro dalla copertina". Ho imparato molto da quelle parole...). Il sito è strutturato abbastanza bene, anche se non è il massimo, nè come velocità dei comandi, nè per altre piccole cose, ma devo dire che mi piace.

Ma cos'è aNobii.com?
Prendendo spunto dal "tarlo della carta", non è altro che un social network ( sì, sì, quelle cose che vanno tanto di moda adesso), MA sui libri! Quindi niente foto delle vacanze, niente stati, niente test su quanto sei ridicolo, niente giochi in flash. Insomma non è FaceBook, nè Twitter. Qui gli utenti iscritti possono costruire la propria libreria, con tanto di voti, recensioni, codici isbn, note a margine, mercato nero dello scambio e della vendita tra lettori, gruppi a tema, consigli, amici e vicini secondo calcoli di compatibilità basati sui vostri titoli, statistiche, e blablabla. Insomma troverete un pò di tutto.

Se siete accaniti lettori ve lo consiglio ^^

Milano diventa scema con i saldi



Coda davanti al negozio monomarca di Abercrombie & Fitch a Milano,
che per la cronaca NON FA SCONTI



 

Le vacanze possono essere una noia mortale. Soprattutto quando non hai nessuno con cui passarle. Dovrei studiare, ma quello lo devo fare sempre.
Ieri mi sono messa a fare i biscotti con delle nuove formine che ho comprato. Praticamente il negoziante aveva comprato un paio di scatole da 100 formine, che alla Rinascente vendono al modico prezzo di 69 euro (fidatevi, qui sono certa ci sia in più la % Rinascente, perchè delle formine di plastica colorata non possono costare così tanto), le aveva aperte, riversate in cestoni e rivendeva  le formine a 50 centesimi l'una. Poichè mi erano già piaciute quando le avevo viste alla rinascente, ho preso quelle che mi interessavano ed ero contenta così, senza il set da 100 formine. Una nota, una freccia, un punto interrogativo e un orsetto. In verità ho certato disperatamente un omino, ma pare che non vada di moda..
Oggi però mi metto seriamente a studiare, anche se i biscotti ormai sono quasi finiti. Li rifarò per l'anno nuovo.
Avete già trovato cosa fare per la notte del 31? Io ho ricevuto per mia fortuna l'invito di mio fratello a partecipare ad una cena organizzata dai suoi amici. Grazie fratello. E' terribile come non si possa organizzare qualcosa con i miei amici..ci saranno tempi migliori? Chi vivrà, vedrà.

Vi saluto lasciandovi il link dei video di Willwoosh. Un ragazzo romano che mi fa morire dalle risate e che fa dei video veramente piacevoli.
 




Buona Visione ^^



Ho tralasciato per molto tempo i miei doveri, ma ho dovuto badare ai miei mille deliri.
Le scuse le devo solo a voi miei cari lettori, spero ritrovati.

Cosa mi è successo nell'ultimo periodo?

Ho lottato e continuo. Come tutti del resto.
Lotto per la mia tesi, contro un relatore che si erge dietro al suo nome e ai suoi mille impegni professionali, ma è un vero imbranato.
Lotto contro passato, presente e fututo, tra amici e amori, canaglie e incoscienti, galanterie e umiliazioni. Spesso dobbiamo imparare a conoscere bene le persone e se queste cominciano a darci nausea, nonostante le speranze, la curiosità e l'affetto è meglio aprire la porta e far cambiare aria.
Lotto contro la mia perenne fame nervosa, una cucina migliorabile e i problemi alimentari più o meno seri di chi mi sta intorno.

Ma ho tempo anche per i festeggiamenti.
Festeggio le lauree degli amici con gioia e trapanandomi il cervello per regali adeguati e graditi.
Festeggio le festività con la mia famiglia, gli amici e i cuginetti, che crescono giorno dopo giorno e sono sempre più belli. Anche in questo caso affrontando neve, malesseri vari e tempo per i regali. E anche a questo giro sono riuscita a concludere tutto al meglio.
Tento di festeggiare il capodanno. Cosa farò? E chi lo può dire. Quest'anno come non mai tutti i miei amici sono dispersi. A confronto la diaspora ebraica è poca cosa. Odio festeggiare in locali, discoteche, ristoranti o piazze. Preferisco il calore casalingo di una buona compagnia di amici e conoscenti, riuniti intorno ad una tavola che parlano, ridono e si divertono con semplicità.

Mi rilasso viaggiando.
Il viaggio a Lucca è saltato per impegni personali, costi del viaggio e difficoltà a trovare dove dormire. Un vero peccato perchè è un evento che mi piace e mi dà la possibilità di incontrare amici lontani, con cui ho piacere a mantenere i rapporti.
Il viaggio a Roma è stato splendido. Ho ritrovato vecchi amici pronti ad accogliermi e a farmi compagnia in quelle giornate. Partita da una fredda Milano (nulla rispetto ai giorni appena passati che hanno visto la città invasa dalla candida neve e da una marea di stupidi in macchina), con una borsa in meno per il mio sventurato fratello, sono atterrata in una Roma con qualche grado in più, tanto che mi sono domandata se non avessi cannato del tutto il mio bagaglio. Ma alla fine sono stata fortunata, passando piacevoli giornate in giro per il centro, l'EUR (quariere dove non andrei mai ad abitare), il mercato di Porta Portese, Trastevere e il parco della Caffarella, senza riuscire a guadagnare un maritozzo, ma assaggiando il tiramisù più buono della città alla pasticceria Pompi (a chiunque: PROVATELO, non amo questo dolce, ma le sue varianti sono a dir poco eccellenti). Innamorata della città come non mai, l'ho lasciata con un pò di amarezza, ma con la consapevolezza che tanto mi rivedrà. Presto o tardi tornerò nella capitale. e per tornare in una città devi lasciarti indietro qualcosa, e io ne ho lasciate tante.
Il viaggio a Valencia è stato unico. Partita da sola, invece che in compagnia, il viaggio di andata mi ha ricordato l'abbandono lasciandomi un posto libero alla mia destra, nonostante un aereo pieno e affollato. Ho passato il tempo ad osservare il cielo e l'alba, la terra sotto di noi, in una rarissima giornata senza neppure una nuvola per tutto il viaggio, e un panorama da stringere il cuore, con il sole che ci inseguiva e il mare limpido fino all'orizzonte. Atterrata nella terza città di Spagna ho subito respirato la sua aria pulita e per nulla metropolitana e caotica. Valencia è terribilmente giovanile e vivace, passeggiando per giornate intere, totalmente a caso, ho potuto ammirare oltre ai monumenti la vita di una città che è cresciuta in fretta, troppo, e presto ne pagherà le conseguenze, ma che si è tenuta stretta la sua atmosfera da quartiere con i bambini che giocano per strada, le persone che chiaccherano ai portoni e alle finestre, i gruppi di anziane signore che si concedono una orchata e chiaccherano nella più totale tranquillità. La città in inverno appartiene a spagnoli e studenti, in estate viene invasa dagli stranieri, e gli inglesi sono quelli meno simpatici. Non troverete persone che parlano inglese. I gesti e l'italiano basteranno. La vita notturna si svolge nelle innumerevoli piazze o in alcune vie che si fa presto a conoscere. Se non siete muniti di macchina, non è un problema, i mezzi sono buoni, ma interrompono il servizio tra le 22 e le 24 fino alla mattina. I migliori alleati saranno i vostri piedi. Per una giornata o un pomeriggio concedetevi la Città delle Scienze e delle Arti. Un piccolo capolavoro di architettura moderna. Vi perderete come me nel parco ad osservare le persone, ma soprattutto i bambini che giocano nelle piccole piazze o sopra il Gulliver; vi perderete nel candido cemento della città, in netto contrasto con l'azzurro del cielo e dell'acqua, in una atmosfera in cui il tempo non avrà più importanza; vi perderete per trovare il mezzo più veloce per tornare a casa con i piedi massacrati, ma il ricordo di un bel tramonto.
Infine, sentitevi un pò valenciani andando al mercato centrale (facendo attenzione all'orario). Un enorme mercato alimentare (Sarei rimasta lì un mese solo per cucinare tutto il pesce che ho visto). Ma anche correndo sulla spiaggia umida per la pioggia imminente e per il mare grigio e rabbioso. Respirate a pieni polmoni e non abbiate paura di qualche granello di sabbia.

Difficile riassumere tanto in poco spazio e poco tempo, senza darvi noia.

Per il momento saluto tutti, dandovi appuntamento, si spera, prima dell'anno nuovo.
Non dirò ci sentiamo domani, perchè mai come in questi mesi ho imparato che è una promessa poco attendibile.
 


Trova l'errore!





o gli errori!


 



La mia allergia verso la domenica pomeriggio cresce sempre più.
O la si occupa in qualche modo oppure diventa la morte.
Ma diventa una gioia per me quando vengono i bambini a trovarci. Passo tutto il tempo a giocare con loro e sono felice! Mi piacciono proprio i bimbi e mi piace l'odore che lasciano sulle mie mani; quell'odore di sapone neutro che fa tornare piccoli anche noi :)

E' molto che sono assente dal Blog e me ne rammarico. Vorrei dedicargli più tempo e cercherò di farlo.
A volte vado indietro nei post, agli anni precedenti, e sono curiosa di leggere ciò che scrivevo in questo stesso periodo. E' una cosa divertentissima. Peggio quando fai pulizia e ritrovi i diari di quando eri piccola. Lì sì che ti fai quattro risate con i disegni, li sproloqui e le descrizioni minuziose di ciò che hai fatto durante la giornata.
A volte trovi anche riferimenti o messaggi di persone che non fanno più parte della tua vita e ti poni domande sul perchè siano cambiate le cose e sul modo. Ritrovi i biglietti degli auguri, le foto, le cartoline della migliore amica che immancabilmente sbagliava a scrivere il tuo cognome, i bigliettini che ci si passava a lezione e i biglietti del cinema.
Io sono una di quelle persone che lega agli oggetti i ricordi e poi non riesce più a disfarsene. Un problema quando hai poco spazio. Sono un'accumulatrice. L'esatto contrario mio fratello, minimalista al massimo! Infatti se si guardano le nostre parti di camera si nota la differenza. Io super disordina, colorata, che ormai non ci sto più; lui precisino, tutto conservato e sopravvive solo l'essenziale. Per quanto riguarda la polvere, invece, siamo della stessa scuole: finchè sta lì non fa del male a nessuno.
Adesso mia madre mi ha chiesto di pulire tutta la libreria e spolverare i libri. Che lavoraccio!! A volte benedico l'esistenza della biblioteca: se dovessi comprare tutti i libri che leggo, uno sarebbe necessario un contocorrente a parte dedicato solo a loro, due ci vorrebbe una biblioteca casalinga, una stanza adibita solo ai libri e ad  una comoda seduta per gustarseli meglio. I libri spesso sono considerati solo oggetti d'arredamento e questo lo noti quando entri nelle case e trovi solo collezioni di enciclopedie o intere collane messe in ordine, tutte con la medesima costina. A me piace tenerli vicino al mio letto, afferrarli e leggere delle pagine qua e là, di quelli che ho già letto, prima di addormentarmi. A volte rileggo anche libri di quando ero piccola o i libri di arte o filosofia che ci davano alle superiori. Poi lì, in bella mostra, ci sono i libri mai conclusi, che prima o poi dovrai tornare ad affrontare (tipo Silmarilion, Le affinità elettive, Ivanoe, Le intermittenze della morte, ecc..), quei libri che richiedono tutta la tua forza di volontà per essere ripresi, e rimarranno lì alla polvere per un pò.







Cambio di stagione completato!!
Ok, sto mentendo, ma mi manca solo il cassetto dell'intimo, le scarpe e le borse, e poi ho finito (credo..).
Questa fantastica attività che ci impegna uno o due giorni due volte l'anno a me fa venire un terribile mal di testa e un continuo calo di zuccheri! Se poi capita anche che devi fare strage nel tuo guardaroba (cosa che almeno quest'anno non è avvenuta) allora si aggiunge la depressione.
Il cambio di stagione è stato dettato dalla necessità, dalle temperature basse e dalla mancanza di caloriferi accesi!!
Non si poteva continuare con magliettine e felpine primaverili. Ormai siamo quasi in inverno. Quasi..lasciamo accesa un pò di speranza per l'autunno.
Voglio uno di quelli armadi doppi, che si girano e da una parte hai la stagione invernale e dall'altra quella estiva, senza dover lottare tra scale, scatole e altro.
Però, la mia attività di pulizia non si ferma qui. Mi sono già occupata di far sparire i libri e quaderni del terzo anno di università. Tra poco toccherà ripulire un pò di cassetti. I libri della libreria ancora resistono, ma prima o poi anche loro dovranno salutare le loro postazioni, poichè si rischia il crollo.
Quando leggi su internet e giornali i consigli per un perfetto guardaroba, osservi quello che hai negli scatoli, negli armadi, nei cassetti e sul letto e giungi alla conclusione che prima o poi durante le vacanze estive dovrai abbattere un muro e rubare la stanza da letto dei tuoi vicini.
La migliore soluzione rimane cmq la Caritas. Hai più spazio e quei vestiti che non indossi più serviranno ad altri che sapranno sfruttarli.
La mia idea di armadio non corrisponde per fortuna a quella della foto. Sì ordine, ma che pochezza di capi, di fantasia e di colori. Però credo sia il sogno di molte casalinghe..

Buon cambio di stagione!

 


Può una fontana lasciare senza parole?
La fontana di CanalCity in Giappone puòl!!!

Se ci fosse a Milano mi perderei a guardarla per un pò!



 


Trovo veramente simpatica la grafica di Twitter.
Poi questa schermata mi mette allegria.
Chi ha fatto il disegno ha avuto una illuminazione!





 



Che sonno!
Proprio vero che più dormi, più vorresti dormire!
Adesso devo mettermi sotto e tornare a regimi di vita decenti, non dico normali, però...
Facessi orari inconsueti! Anche se vado a letto alle 11 non riesco a svegliarmi prima di 12 ore.
Devo riprendere a mettere le sveglie (perchè una non mi basta) e ad andare in università a fare la tesi, inglese e a vivere.
Vorrei anche trovare il tirocinio e quindi dovrei mettermi a fare il book.
Avrei in mente uno studio, però mi vergogno quasi...
Gh! Bisogna tentare!

Sono rimasta tappata in casa per 10 giorni e sentivo che stavo impazzendo!
Dannata influenza, peggio se intestinale. Mi devo ancora riprendere!
AAARGH!!
Se mangio un pò troppo o un pò condito sono morta...
comincio ad avere nausea, e al mattino ho sempre nausea.
Bleah pessimo!
Si ritorna indietro di due anni.
Speriamo sia un momento passeggero se no è brutto, brutto!

In questo mese, non so se l'ho detto, ho notato una cosa sconvolgente!
Più vai vicino, più paghi!
Provare per credere:

Valencia: A/R aereo 31€

Roma: A/R aereo 32€

Lucca:
A/R treno (con quelli con tremila cambi e che ci mettono due settimane) 45€
A/R treno (normale seconda classe, poichè hai degli orari da rispettare) 100€
A/R macchina 102€

Vi sembra normale?

A questo si deve aggiungere il dormire...

Bah, mi pongo tante domande...

Buona giornata!

 


AAA
Cercasi nuovamente tirocinio presso studio di Architettura.
A Milano possibilmente!

^^


 



Il prossimo che mi fa vedere la pasta frolla Buitoni lo appendo!

Due volte che la uso, due volte che ne sono delusa!

Prossima volta me la faccio io la pasta frolla.
Perdo quelle due ore e vediamo se il risultato è uguale!


 



Volete sapere come funziona veramente Google Street View?



E se vi cadesse un biscotto nel bosco?



Buona Visione
^^
 



Good Night World!




 


....gh.....










 


Wow!
Hanno cambiato la home a Splinder...
Speriamo di non subire problemi!

 

 

Lettere ad un giovane poeta di Rainer Maria Rilke - Posso essere sincera? Non mi è piaciuto! Sapendo a posteriori che si tratta di reali lettere appartenenti alla corrispondenza tra il poeta tedesco/boemo e lo scrittore Kappus, ammiro la spontaneità dello scritto anche se spesso costruito e forzato (a mio parere, ma credo sia vizio di ogni scrittore un simile atteggiamento). La lettura è scorrevole e semplice, ma non mi ha lasciato il segno. Rare le frasi che mi hanno colpito. Forse dovrei dedicarmi prima ad una ricerca su i due personaggi di questo scambio e sopprattutto sulle opere di Rilke e forse in futuro provare a rileggerlo. 
E' stato forse anche un mio errore farmi sviare dal titolo pensando di avvicinarmi un pò di più a quello che è il mondo della poesia che io poco comprendo, soprattutto nelle composizioni più moderne. Si accettano consigli.



Anche i Giapponesi nel loro piccolo si incazzano  di Keiko Ichigichi - Divertente volume scritto dalla giovane Mangaka ormai trasferitasi in Italia, se non sbaglio, da 10 anni, edito da Kappa Edizioni.
A dire la verità è il secondo volume, perchè il primo non lo trovo, ma può essere considerato storia a sè.
Qui la Ichiguchi racconta di qualche episodio della sua vita italiana in contrapposizione con il mondo giapponese che ha lasciato anni fa. Mode, racconti, clichè e altro.
C'è un nocciolo duro di diversi capitoli dedicato alla storia giapponese che mi ha messo un pò in difficoltà, più che altro perchè non ero pronta psicologicamente ad un capitolo di storia con cui non abbiamo minimamente confidenza, se non per personale passione (non certo grazie alla bellissima scuola italiana. Auguro un buon anno a tutti li studenti. Non vi invidio). Poi è stato divertente leggere riferimenti a libri sul Giappone da me letti in passato e avere il commento diretto dell'autrice scandalizzata per alcune cose scritte.
Ma interessantissimi gli ultimi capitoli, in cui la mangaka si apre un pò di più e commenta la sua vita sa extracomunitaria qui in Italia e da straniera nella sua terra.
Una lettura consigliata a chi piace il Giappone, ma non per un primissimo approccio.


Se avete letture da consigliare sono ben accette ^^




 



Piove, piove, piove!
A Milano sembra essere arrivato l'autunno.

Culliamoci nel calduccio casalingo.
^^