martedì 13 agosto 2013

Street Food Milanese


Tornando a parlare di cibo, dopo aver parlato in vario modo dell'hamburger, scrivo di un'altra moda milanese del momento: lo street food, che se non è gourmet non ci piace.
Ma partiamo dalle basi e dalle cose semplici.

Secondo la definizione della FAO, il cibo da strada è costituito da quei prodotti alimentari, incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono preparati o venduti soprattutto in strada o in altri luoghi pubblici, come mercatini o fiere, anche da commercianti ambulanti, spesso su un banchetto provvisorio, da furgoni, o da carretti.

Due trasmissioni di punta sul cibo da strada made in Italy sono certamente Street food Heroes, trasmissione mediaset a me abbastanza ignota e indifferente (ho guardato in streaming sul sito 20 minuti, poi si è rifiutato di andare avanti, e non mi ha suscitato grande simpatia), e Unti e Bisunti con Chef Rubio, che invece mi piace molto e ringrazio il sito di Dmax per caricare le puntate in meno di 12 ore perchè difficilmente riesco a guardarle la domenica sera (entrano in concorrenza con i Classici di Laeffe).

Street food e Milano è un connubio che convince poco. Mangiare per strada in questa città è quasi blasfemo, soprattutto ingerire alimenti grossi quanto la tua mano che per smaltire costano almeno 8 ore di palestra. Ma pian piano sta cambiando il vento.

Dalla mia esperienza cosa mi viene in mente come street food a Milano (non per forza milanese. Milano è una metropoli di migranti che se andiamo a cercare contiene il mondo e l'Italia in poche vie e ha perso gran parte della sua tradizione), che poi anche quello che appare street noi lo consumiamo seduti, ovunque ma seduti:


_Caldarroste: che possiamo trovare a molti angoli della strada soprattutto in inverno, sostituiti in estate dalle fettine di cocco sotto le fontanelle perpetue. In questo strano 2013 rimasi basita, inorridita quando vidi persone comprare castagne a giugno e mangiarle con gusto, segno di un inverno che non voleva finire.


_Gelato: nonostante le ordinanze strane di Pisapia di certo il gelato è un cibo che i milanesi mangiano volentieri per strada. Ognuno ha i suoi posti preferiti dove prenderlo, le buone gelaterie artigianali non mancano, ma di certo in questo ultimo anno ne ho viste sorgere un sacco, ognuna con il proprio stile, marchio e gusto. 
Ultima moda milanese in questo campo è il temporary store del Magnum, che si trova dietro Palazzo Marino. Facile da individuare grazie alla coda costante fuori. Una esperienza da 4€ da provare una volta per curiosità ma finisce lì. Il risultato è semplicemente un magnum immerso in cioccolata scadente e ricoperto da ingredienti insoliti come pepe rosa, sale, cookies, ecc. Abbinata all'area gelato vi è anche quella bar / colazione in cui si possono gustare dolci preparati seguendo i consigli di Ernst Knam, pasticcere de Il re del cioccolato su RealTime (non nego la bontà dei suoi dolci che ho provato per puro caso in un ristorante cinese. Sembra strano ma è così).

A questa voce mi permetto di aggiungere la granita. Dalla Val d'Aosta alla Sicilia mi hanno spesso detto essere tipica milanese quella che loro chiamano "granulosa" o "granulare" diversa dalla grattachecca romana o dalla granita siciliana. Su questo non mi esprimo, registro il fatto che par esser nostra la granita fatta con lo sciroppo, nelle macchinette e poi versata nel bicchiere con la tipica cannuccia cucchiaio.

Inoltre, più recentemente sono nati i negozi che vendono solo yogurt intero o probiotico a cui aggiungere massimo 3-4 sciroppi o granelle per arricchire il gusto. Un'alternativa semplice al normale gelato e che a me piace moltissimo e che sfrutto spesso a pranzo, come da Yo! vicino al Poli.


_Kebap: parola ormai globalizzata, ma è necessario fare attenzione quando si va all'estero. In arabo kebāb o in turco kebap significa "carne arrostita" e siamo praticamente solo noi italiani che indichiamo con Kebap il panino: in altri paesi molto spesso il kebap è un semplice spiedino o un piatto. Il panino può superare anche le 1000kcal, quindi attenzione quando vi aggiungete la birra e le patatine. Inoltre nell'originale non vi è carne di maiale, mettetevelo in testa!
Più che altro è un cibo che si mangia di notte seduti sui gradini dei negozi chiusi o su un muretto, sbrodolandosi e sporcandosi con tutto quello che vi è dentro. Raramente a pranzo perchè il pasto porta ad un abbiocco senza via di fuga. Poi se si prende completo si rischia di essere totalmente inavvicinabili.


_Le luride: attenzione! Le luride non sono le camionette che di notte spuntano come funghi lungo le strade più affollate di Milano, tipiche del periodo dei paninari, bensì dei chioschi fissi in cui si preparano essenzialmente panini da decenni, senza sedie o tavolini, e aprono solo quando tramonta il sole. La somiglianza è notevole, ma la sostanza cambia. 
Arabo o francese? Cotoletta, salamella o hamburger? Completo o no? Il mio battesimo con le luride è stato alle superiori quando mi ritrovai a mangiare un caldo panino con cotoletta alle 2 di notte all'Isola Verde (all'epoca "Andiamo da Mimmo"). Poi le mie luride del cuore divennero all'Università quelle vicino al Mercato comunale di viale Argonne, le più antiche, che per gentilezze e bontà rimangono le mie preferite. Un amore che solo la notte può spiegare. Finire la serata alle Luride è un diktat di una serata finita bene, soprattutto in compagnie maschili, in cui c'è ancora spazio per parlare e per divertirsi e per fare gli scemi (tipo arrampicandosi sul tetto del mercato).


_Luini: non voglio offendere la sensibilità di nessuno, ma io non ho avuto mai buone esperienze in questo posto. E' un negozio storico dietro Duomo, in cui la sua fondatrice decise di portare un poco della sua tradizione pugliese nella fredda capitale meneghina. Il panzerotto di Luini provoca inenarrabili code, che si mescolano a quella leggendaria di Cioccolati Italiani e a volte disincentivano anche i più coraggiosi. Le persone che entrano escono soddisfatte con il loro panzerotto fumante (tranne me che ricordo ancora con orrore le due volte in cui ho messo piede in questo posto). Mozzarella e pomodoro qui la fanno da padroni dal 1888, tutti quelli che vengono a Milano prima o poi finiscono qui.


_Pizza: dimenticate la pizza napoletana, quella piegata a portafoglio, quella sottile, o quella rossa romana. La pizza a Milano è la pizza al trancio a fette grosse, spessa almeno due dita, morbida come un cuscino, con il crostone croccante e coperta di formaggio da far paura. Da portare via tagliata grezzamente a quadrotti pronti ad ustionarti il palato sul tipico vassoietto di carta bianca e forchetta di plastica che 2 volte su tre si rompe. La pizza alta come si fa a Milano o ti piace oppure stanne alla larga, perchè non interessa a nessuno la tua lagna che la vera pizza è solo quella che si fa a Napoli.
Poi gusto personale pollice verso per Spontini. Andate a farvi un giro alla Bottega della Pizza a Sesto.

Anche la focaccia spesso subisce lo stesso trattamento di essere tagliata a quadrotti serviti su vassoietto con forchetta di plastica. Bella focaccia alta e morbida e zeppa d'olio.


_Le pizzette: ognuno ha il suo forno di fiducia che più o meno legalmente vende pane, focacce e pizzette appena sfornati per tutta la notte, a vigili e poliziotti in servizio inclusi. Spesso nascosti in piccoli scantinati, imboscati, con saracinesche abbassate a metà o porte a cui bussare per poi aspettare il sacchettino bianco caldo e fumante. Una delizia che apre il cuore e un pò come le luride una tappa fissa prima di andare a letto soddisfatti della serata. Non raramente ci si va a comprare anche la colazione per il giorno dopo o il pane che più fresco di così si muore. In una di queste sere (notti) al mio pizzettaro di fiducia ho chiesto una "pagnotta" vedendo del pane bianco appena sfornato che mi stava invitando a nozze. Ha fatto una faccia tipo lost in translation perchè non riusciva ad afferrare che cosa volessi, finchè il fornaio più anziano non me l'ha portata di persona. E se al giovanotto (comunque più grande di me) gli avessi detto michetta o francesino cambiava mestiere?

Le pizzette e le focaccine tonde (quelle che le mamme ci farcivano con prosciutto e formaggio da portare come pranzo al sacco in gita, nell'inconfondibile sacchettino trasparente chiuso giocando ad arrotolare la cima su se stessa) sono una cosa che non ho trovato facilmente fuori dai confini meneghini, se non in formato mignon o con la sfoglia, ma non sono la stessa cosa.


_Caffè e Thè: prendendo spunto dalla definizione della FAO includiamo le bevande da passeggio. Per l'inverno Caffè lungo american style, come da Arnold, in estate thè freddo, sempre nel pratico bicchiere di carta di diverse grandezze con cannuccia e tappo con beccuccio inclusi. Come già detto a Milano piacciono i caffè tipo Starbucks, che in verità è il caffè all'italiana. Sempre più spesso vedo adulti frettolosi e ragazzi che passeggiano con in mano un bicchiere con dentro qualcosa da bere. Ci si sente un pò di più come nei telefilm? Probabilmente, ma di sicuro c'è anche la comodità di non rischiare di rovesciare tutto ogni due secondi.
In estate la scelta si amplia con frullati, sempre più diffusi, e frappè di tutti i gusti. Molti indicano Viel come loro meta preferita. A me non soddisfa pienamente, ma è pur sempre una buona alternativa e non mi sono mai trovata male, anche se le porzioni sono ridotte.


_Frittini: Il fritto è molto diffuso a Milano, come tutta Italia, nei mercati, soprattutto lì dove vendono pollo arrosto. Ma in particolare parlerò del fritto di pesce. Molti banchi del mercato non si sono ancora attrezzati, per altri è diventata una delle cose più richieste. Il fritto misto d'asporto non spaventa nessuno e spesso è uno snack veloce, che se fatto bene unge poco. In particolare un fritto si conosce e riconosce a Milano. Piazza XXIV Maggio è contesa tra due puzze: una del McDonalds's e una de Il Kiosko, storico pescivendolo vicino a Porta Ticinese. Con limone o senza è una cosa da provare. E se volete comprate anche il pesce, che mi ha sempre ispirata (se vi piace la carne entrate invece nel mercato comunale di fronte e ammirate i banchi di carne interni).

Per dover di cronaca aggiungo la tendenza ultima dei festival, cioè i fritti misti di verdure, crocchette, bocconcini, anelli, olive ascolane, mozzarelline, ecc a cui quest'anno si sono aggiunti e diffusi i pesciolini fritti. Io amo i pesciolini fritti, è uno dei miei piatti preferiti fin da piccola. Ogni volta che mia madre li preparava una padella era solo per me.


Per ora non mi viene in mente altro.

[..continua..]

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