martedì 18 giugno 2013

Sottovoce



E grazie Spotify l'ho trovata

Sottovoce, piano piano, adesso qui da solo
guardo la luna che mi tenta, ma non prende il volo
ma cara mia resto seduto e scrivo una poesia
alla città che dopo tutto è ancora casa mia.

A questo strano insieme di palazzi uguali,
a questo cielo e ai suoi troppi temporali,
dove se vuoi restare veramente solo
a farti un giro in centro te ne vai.

A questo posto fatto di 
chi si veste bene,
chi si veste male,
chi al locale preferisce un bel centro sociale,
ma se stai nel mezzo sei tagliato fuori,
da chi o da cosa ancora non si sa.

E poi le piazze.
Milioni di ragazzi fuori,
però non fatelo sapere ai loro genitori,
che c'è qualcuno fra di loro che si perderà
in qualche buco di questa città.

Sottovoce, senza luce,
piano piano
io ti parlo di questa città.
[X2]

Io l'ho vissuta.
Ed ho provato gioia e poi sgomento,
nelle vetrine trasformate in letti di cemento,
caldo e freddo, come le realtà,
le due facce di questa città.

E sono partito anch'io,
da questo porto senza mare,
per ogni anima che arriva una se ne vuole andare via,
fuggire via,
volare via,
da che cosa neanche lei lo sa.

Sottovoce, senza luce,
piano piano
io ti parlo di questa città.
[X2]

Sottovoce, piano piano, adesso sono in volo.
Guardo la notte di Milano e aspetto un sole nuovo.
E se nel buio i miei pensieri si confondono
io chiudo gli occhi e non ci penso più.


-Sottovoce, Vincenzo Monti
1998




15 anni per trovarti e riascoltarti.
Grazie





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